Gaudenzio Ferrari (Valduggia, 1477 ca. - Milano, 1546) è riconosciuto dalla critica come uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana del XVI secolo, ed il massimo protagonista del Rinascimento in Piemonte.
La sua comparsa sul panorama artistico ha lasciato una profonda traccia che ha condizionato almeno due generazioni di pittori. Il suo stile è diventato un punto imprescindibile per la scuola pittorica a lui contemporanea e per quella successiva.
Con Gaudenzio si chiude la stagione artistica medievale, caratterizzata dall’attività di pittori definiti pre-gaudenziani, vincolati a canoni stilistici popolari. Grazie a Gaudenzio, anche la Valsesia si aprì a quelle novità compositive che caratterizzeranno l’arte rinascimentale.
Intensa fu la sua attività in ambito Valsesiano, soprattutto presso il Sacro Monte di Varallo, dove la sua presenza è documentata per almeno quattro decenni in qualità di frescante, plasticatore e regista del complesso.
Allo scadere del primo decennio del Cinquecento si configura per Gaudenzio una
commissione vercellese: nel luglio 1508 viene, infatti, incaricato di dipingere
un polittico per la Confraternita vercellese di S. Anna; dopo questo incarico il valsesiano vede crescere la sua fama con una serie di commissioni importanti: il polittico della Natività per la collegiata di Arona, l'ancona per l'altar maggiore della Basilica di San Gaudenzio di Novara, il polittico di San Gaudenzio di Varallo e l'ancona per la chiesa di S. Silano di Romagnano Sesia.
Ultima testimonianza vercellese della sua presenza in città sono gli affreschi del transetto della Chiesa di San Cristoforo (1532-1536), considerata la Cappella Sistina Vercellese e la pala della Madonna degli Aranci.
Dopo queste prove nel 1537 Gaudenzio si trasferisce a Milano dove, dopo la scomparsa di Bramantino e di Bernardino Luini, diviene l’artista più famoso fino alla sua morte avvenuta nel 1546.
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